Il progetto a cura di Fabio Caccuri e Giuseppe Pascucci Con.divisione, nato nel 2012 dall’esigenza di avviare un discorso relativo all’arte contemporanea nel Comune di Mola di Bari, prevede l’attivazione di una residenza artistica estiva per giovani autori provenienti da diverse aree dell’Italia e dall’estero, i quali operano congiuntamente per dieci giorni, interagendo con l’ambiente che li ospita, dialogando e producendo un’idea condivisa partendo dalle loro esperienze personali e attraverso vari media artistici, dalla musica alle arti visive arrivando fino alla danza.

Per l’appuntamento del 2014 gli spazi del Castello Angioino vengono utilizzati dagli autori in residenza al fine di intraprendere un dialogo relativo al concetto di spazio come contenitore di esperienze che a volte risorge facendosi sacro, altre si trasforma divenendo spazio negato o inaccessibile ed altre ancora assume la forma di
spazio condiviso.

Interventi come quello di Rada Koželj ci conducono nell’intimità dell’individuo e ci invitano a riflettere sulla concezione della coppia come equilibrio tra due entità, creando un ambiente sacro personale, una grotta privata dove le ossessioni e l’immaginario dell’artista stessa assumono fisicità. Questo equilibrio proprio della coppia, intesa come nucleo familiare, è invece lo spunto scelto da Giovanni Cristino, Alisia Cruciani, Giuseppe Pascucci e Maria Susca per intraprendere una riflessione sul caso delle edilizie bloccate che sono rimaste abbandonate nel comune di Mola di Bari. Attraverso un’istallazione che coniuga insieme una ricerca documentale, un progetto scultoreo e un intervento performativo, il fine è quello di avviare un percorso che riflette sulla precarietà, sullo stato di abbandono e sull’inaccessibilità dello spazio divenuto rudere.

L’abbandono è anche protagonista del lavoro individuale di Giovanni Cristino, che eleva allo status di opera d’arte l’illegalità del graffito, solitamente simbolo del degrado dell’inabitato. Ancora prendendo spunto da una condizione decadente, Antonio Pipolo realizza nella sua istallazione un’operazione sovversiva ribaltando l’aggressività della natura che invade le costruzioni abbandonate, assemblando rovi che ricordano la struttura della casa e costruendo, con i rifiuti trovati per strada, elementi distruttivi. L’inaccessibilità viene messa in scena anche da Vito Battista le cui tele riprendono tratti di architetture decadenti volutamente presentate dietro ostacoli visivi.

Il lavoro di Fabio Caccuri e Giuseppe Pascucci nasce dall’esigenza di riattivare una serie di spazi abbandonati e ormai privi di funzionalità attraverso le reinterpretazioni in chiave artistica dei residenti. Adattandosi al modus operandi di ciascuno di loro, i risultati messi in mostra evidenziano il rapporto sviluppato in Con.divisione. In un secondo momento, tramite delle coordinate che vengono offerte
allo spettatore, lo si invita a continuare questa riattivazione dei luoghi mediante le tracce audio disposte oltre le mura del castello.

I fenomeni fisici che solitamente degradano gli spazi vengono trattati nell’opera di Leonardo Annibali, la cui riproduzione in scala del castello viene sottoposta a condizioni estreme, richiamando alla metamorfosi costante dei luoghi attraverso il disfacimento della propria scultura durante la mostra. Gli spazi non abitabili a causa della loro continua mutevolezza vengono indagati da Tiziano Mainieri, la cui proposta contiene una serie di scatti notturni di luoghi di transizione tra l’alta e la bassa marea, tra la vita che offre la luce e il buio della notte. Conclude il percorso espositivo la video proiezione di Ivo Pisanti e Leonardo Annibali che mette in luce la figura del mare come luogo dove si ritrovano mestieri, esperienze personali, tradizioni e culture proprie del quotidiano molese.

Edizione 2014


Residenza: dal 31 Luglio al 10 Agosto

Mostra: dal 10 al 20 Agosto

Autori


Leonardo Annibali

Ana Maria Area Martinez

Vito Battista

Fabio Caccuri

Giovanni Cristino

Rada Kozelj

Fabio Galli

Elisa Iuliano

Tiziano Rossano Mainieri

Giuseppe Pascucci

Antonio Pipolo

Ivo Pisanti

Maria Susca